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2022: la tecnologia porta lavoro, anche a chi il lavoro già ce l’ha

08/02/2022

LinkedIn fa l’elenco delle 25 professioni (very digital) più richieste dalle aziende italiane.


Con 800 milioni di utenti world wide (in Italia se ne contano 16 milioni), LinkedIn è sicuramente il luogo più adatto e frequentato dove cercare e offrire lavoro.

Per capire quale sarà il trend dell’anno che abbiamo davanti, il team LinkedIn Economic Graph ha presentato una ricerca basata sui milioni di utenti LinkedIn e sulle attività da essi ricoperte nella prima metà del 2021. Questo monitoraggio ha permesso di stilare un elenco delle 25 professioni più richieste in Italia che rappresenteranno il punto di riferimento per il 2022.

Tre sono i filoni, tutti marcatamente digitali: hi-tech, sostenibilità e finanza. Le prime 4 posizioni riguardano la creazione di infrastrutture digitali,

  • Robotics engineer: la figura che si occupa della progettazione, costruzione e collaudo di robot
  • Machine learning engineer: progetta e realizza algoritmi di apprendimento e sistemi di intelligenza artificiale
  • Cloud architect: progetta ambienti cloud scalabili, i più adatti per l’azienda specifica
  • Data engineer: analizza i dati grezzi e li trasforma in tool utili e ordinati per l’azienda

E poi ancora tanta attenzione alla sostenibilità (al quinto posto troviamo il Sustainability manager), al Recruiting (Analista risorse umane e Talent acquisition specialist, rispettivamente al settimo e ottavo posto) e alla Sicurezza (Cyber security specialist al decimo posto).

 

Nuovi lavori, vecchie posizioni

Insegnanti di musica, psicoterapeuti e restauratori si devono sentire tagliati fuori dal mercato del lavoro? Ovviamente no, e neppure chi occupa posizioni nel mondo della Finanza, dell’Ingegneria e dell’Informatica seppure con titoli di studio e titoli generici; neppure operai o saldatori, centralinisti o segretarie.

È però vero che le 25 posizioni indicate da LinkedIn richiedono una certa specializzazione e proprio per questo sono lavori molto richiesti con un’offerta al contrario troppo bassa. In questo modo è il lavoratore ad avere il coltello dalla parte del manico.

Chi ha già una posizione non deve però sentirsi né escluso né “al sicuro”: l’azienda nella quale lavora può fornire corsi di aggiornamento e di specializzazione per migliorare il know-how del proprio dipendente, senza dover necessariamente cercare personale esterno. Lo stesso lavoratore, sensibile agli stimoli del mercato, può a sua volta migliorare le proprie conoscenze con la giusta curiosità.

La riqualificazione diventa necessaria non solo per chi entra per la prima volta nel mercato del lavoro ma anche per chi deve riqualificarsi per non uscirne.  Il dipendente che ha una sua posizione storica vede nel termine reskilling un attacco alla propria professionalità. Cosa non sempre vera: se il mercato cambia, cambiano anche i bisogni dell’azienda nella quale lavora il dipendente e lui stesso può mettere a disposizione dell’azienda le sue capacità, magari formandosi e aggiornandosi in autonomia, per un indirizzo più in linea con le richieste del mercato o puntando su competenze non agite.

Qualche esempio? Un operaio/magazziniere abile nella lettura e nell’ottimizzazione di codici potrebbe occuparsi anche di smistamento e spedizione merci; chi lavora al customer care potrebbe occuparsi di community management per Facebook grazie a proprie doti personali social o esperienza di gestione blog; un incaricato alla produzione di componenti elettroniche, grazie alle competenze acquisite sul prodotto e alla voglia innata di comunicare, può essere impiegato in posizioni tecnico/commerciali.

La digitalizzazione non deve fare paura (così come non deve intimorire l’introduzione di robot nei più svariati settori); deve al contrario essere uno stimolo e uno strumento per rimanere nel mondo del lavoro, non solo per chi è uscito da un’azienda e cerca un nuovo lavoro ma anche per chi il lavoro già ce l’ha.

Per un approfondimento e per conoscere tutte le 25 posizioni: https://www.linkedin.com/pulse/linkedin-lavori-crescita-2022-le-25-professioni-ascesa-/.